Critica
Francesco Raffaele Marra ha, da sempre, dedicato attenzione ed impegno all’arte in ogni sua forma e rappresentazione. Francesco sperimenta oltre che inventa. Progetta e crea forme artistiche. E’ capace di dare una interpretazione artistica a qualsiasi a qualsiasi oggetto lui tocchi. Ha inventiva, creatività, conoscenza profonda dei materiali e, non da ultimo, fine manualità artigianale.
Le sue opere sono di grande impatto. Immediato. Dirette. La percezione è istantanea. Il messaggio artistico è senza filtri. Ti arriva forte, ti scuote, ti turba mentre osservi le sue realizzazioni, avverti i messaggi sensoriali in continua mutazione.
Le sue opere seguono un indirizzo tematico preciso ma, all’interno di esse, si muove liberamente lo spirito creativo dell’artista puro.
Ha la capacità di inventare con l’utilizzo di vari materiali (ferro, plastica, bitume, vetro, argilla) dando spesso un tocco di originalità con l’inserimento di un protagonista apparentemente decontestualizzato un personaggio dei supereroi.
Utilizza vetri frantumati, matite consumate, residui ferrosi, il lavoro di riqualificazione di elementi di scarto, degli oggetti di uso comune, così come l’utilizzo di materiali grezzi conduce ad un prodotto finito elevato a prodotto artistico.
E tutto ci riporta al 1969 e, più specificatamente, alla ECOLOGIC ART, espressione coniata dal critico Gerry Schum.
Francesco è avvicinabile anche ad altri che utilizzano materiali riciclati:
- JANSCH HEATHER, artista e scultrice britannica.
- BENEDETTA MORI UBALDINI artista italiana.
- NELE’ AZEVEDO artista e ricercatrice che vive a San Paolo.
Come VICTOR NUNES, che utilizza pillole di alluminio, cibo ,trucioli di matite.
Sono tutti artisti che portano avanti un progetto attraverso la sperimentazione. Ed il progetto di FRANCESCO RAFFAELE MARRA è fortemente avvicinabile a tutti questi grandi artisti.
Nulla nella vita deve essere considerato banale. Spesso sono le idee semplici a rivelarsi intriganti. Tutto può diventare un’opera d’arte.
Occorre soltanto realizzarla. E, poi avere la capacità di osservarla.
Massimo LIberati